mercoledì 19 ottobre 2011

Back in the net

Quando si dice lavorare!
Oggi per dire sono entrato in ufficio alle 7 e 20 del mattino, e ne sono uscito alle 7 e un quarto la sera. Effettivamente, ora che ci penso, potevo fermarmi a cazzeggiare cinque minuti in più: mica capita tutti i giorni un turno di 12 ore! Che poi, manco stessi salvando il mondo... Ah, già, sì. Certo, sto salvando il mondo. Ma mica lo posso dire.
Ancora -per esempio- non posso entrare in base da solo: devo esserci accompagnato dentro. Unico esempio di lavoratore scortato sul posto di lavoro. Un po' come quando hai 7 anni e la mamma ti porta a scuola per la manina. Solo che a questo giro, al posto del bidello ci sono degli energumeni con un sorriso grazioso come quello di Mr. T.
La ragione di tutta questa storia, in realtà, sta nel fatto che anche qua nei ruggenti States stanno -come dire?- con le pezze ar culo. Pardon my french.
Quindi, la bella pensata per tirare su quanti più soldi possibile, è stata quella di affidare (dietro lauto appalto) la concessione per l'emissione dei pass d'accesso ad una società privata. Invece che al vecchio ufficio di sicurezza, come da millenni a questa parte. Il risultato è che adesso bisogna pagare un fottio di quattrini, ed aspettare mesi, per un servizio che fino a sei settimane fa era gratuito e veniva sbrigato in poco più di un quarto d'ora. Devo chiaramente aver perso un passaggio in tutto questo, perchè la stessa società, nel presentare il proprio servizio, lo descrive come un programma che "can save your company time and money" - magie del marketing!
A questo va aggiunto che non sono poi esattamente entusiasta che una compagnia privata vada a frugare nella mia privacy per stabilire se abbia o meno diritto all'accesso... (visto anche tutto il casino per ottenere la clearance in Italia!)

Lavoro a parte, la vita nel reame di Norfolk procede piuttosto bene. Per camuffarmi con gli indigeni, sono addirittura entrato a far parte di una squadra di bowling. Siamo io, una francese, un generico scandinavo in pensione (come mai stia svernando in Virginia, non sono riuscito a capirlo...), la moglie di un danese, un inglese e un paio di altri simpatici anzianotti. Sembriamo l'incipit di una barzelletta. 
E invece siamo proprio bravi. :)
Per qualche ragione, trovo la pratica del lancio di una palla contro del legname, estremamente rilassante. Parecchio di più di strizzare compulsivamente paperette (o altra fauna) di gomma.

Domenica scorsa poi siamo stati con un pò di amici a giocare a paintball: quel gioco carinissimo nel quale ci si spara addosso la vernice. Ecco, il gioco è effettivamente divertente, ma le palline di vernice addosso fanno un male cane! Per qualche motivo non ci hanno dotato di niente di più corazzato di una inutile magliettina di cotone (yuppi), ed il risultato di tale miseria sono gambe ed altre parti corporee piene di curiosi lividi perfettamente circolari. Che oltre a impedire una mia corretta motilità, mi donano anche una graziosa colorazione a pois.

Ecco, lo so che non ci credete ancora che la Virginia sia effettivamente un posto gradevole, a suo modo. Ed ammetto di non averne fatto una grande pubblicità fin'ora. Però domenica sera, mentre guidavo lungomare, con la cappotte abbassata, vento a mille, il tramonto in fronte, e un gruppo di delfini saltellanti nell'oceano... beh, devo ammettere che l'intera situazione m'è piaciuta davvero.

A coronamento infine, di sto periodo bello e pieno: me ne vengo in Europa la prossima settimana!
Un giorno a Varsavia, e poi giù nella penisola: Torino, Bologna, Forlì (ebbene sì: Furlè again!). Sicuramente qualcuno di voi mi scordo di chiamarlo, ma vorrei vedervi e salutarvi tutti. Non ho ben capito ancora quale sarà l'organizzazione logistica della settimana, ma se siete in zona alto Pò, o Romagna, fatemi sapere!
Da martedì sera sono anche reperibile sul cellulare italiano, quindi: a presto - speriamo!
Vvb.

martedì 20 settembre 2011

La casa e il suo trono

Non ho la vista mare, al momento la luce del lampadario è anche fulminata, ed il letto è temporaneamente ancora in un'altra stanza. Ma nonostante tutto posso affermare: ho trovato casa!
Dopo soltanto due settimane di peregrinaggi da amici pazienti, ho una porta che posso chiudere alle mie spalle, e che mi consentirà finalmente nei prossimi giorni di starmene in mutande e in panciolle!

Metto subito le mani avanti: la storia della casa, e della sua proprietaria, nonchè mia nuova coinquilina, sono quasi in linea con le storie di cui in precedenza, ma la latente follia della mia simpatica cinquantenne è bonaria e tutto sommato piacevole. Non inquietante come nei personaggi del passato!
In sostanza, mi sono trasferito nella casa di questa simpatica signora, coetanea della mia mamma, che per il momento mi fa un po' da chioccia e un po' da istriona, la quale dopo aver divorziato e visto i figli trasferirsi altrove per sopraggiunta età da marito, ha deciso di prendersi in casa degli emeriti sconosciuti (me) per movimentarsi un poco la vita. Che poi è un po' un eufemismo, perchè mentre io lotto con la stanchezza di due settimane di divano e di ritmi di lavoro cinesi, lei si diletta in partite notturne di tennis (a suo dire), dedicandosi sostanzialmente ad una seconda giovinezza molto sprint. La speranza è che il suo buonumore perduri - e perchè no? - sia anche contagioso.
Per il momento mi piace vivere qua: tutti i confort di una vera casa, con la libertà di un intero piano a mia disposizione.
Si perchè la mia dolce cameretta dal soffitto sconnesso è in realtà il terzo piano di questa ridente villetta, che comprende anche una seconda stanza vuota ed un bagno. A tal proposito: sono ben conscio che emozionarsi per una cosa del genere vi conferemerà tutti i vostri dubbi sul mio snobbismo ma... per la prima volta nella vita, ho un bagno tutto per me! E' piccolo, non c'è il bidet (beninteso, una civiltà che non conosce il bidet, per quanto mi riguarda, non è una civiltà affatto), ma è mio. Tutto per me. Finalmente il trono è mio, e mio soltanto! Chi ha goduto di tal privilegio, comprenderà il perchè di tanta emozione...

Sto intanto pianificando una discesa in Italia. Se tutto va bene tra metà e fine ottobre, discendo sulla penisola, come gli unni. Con anche tutta la sopraggiunta boria del mio bagno personale!
Troviamoci.

mercoledì 7 settembre 2011

Divano dolce divano

Rieccomi allora alle gioie dello house-hunting norfolkiano.
Non ripeterò la classifica della volta scorsa, perchè i picchi di genio toccati a gennaio non credo possano essere eguagliati. Diciamo solo che la Virginia è tendenzialmente popolata da molti buffi personaggi, e l'ingresso nelle loro abitazioni regala sempre motivi di gioia. La signora sessantenne che mi apre la porta in reggiseno tiene fieramente alto il nome della categoria.

Diciamo che la ricerca della casa non è mai rientrata nelle mie specialità. Anzi, diciamo proprio che  anni di vagabondaggio non mi hanno insegnato un bel niente sull'argomento. Ritengo in genere di avere buone capacità di apprendimento, ma trovare un posto da affittare è -al pari del ballo liscio e forse il tedesco- il mio (poco) segreto tallone d'Achille.
Tutto questo per dire che passo ancora le notti su un divano ri-adattato a letto che i miei amici Tosca e Gary mi hanno gentilmente messo a disposizione. Quindi no, non vivo sotto un ponte come molti si potrebbero aspettare. Mica poco.

Il lavoro procede quasi alla grande. Sempre segretissimo. Talmente segretissimo che oggi il mio account act.nato è stato disattivato. Ho deciso di metabolizzarlo come un gesto di stima - una cosa per farmi sentire speciale. Per il momento non mi domando se i miei datori di lavoro siano o meno coscienti della mia presenza qua.
Peraltro tutto ciò mi ha permesso di staccare alle 2 oggi, non essendo fisicamente abilitato a fare alcunchè, tranne allungare oltremodo il pennica time.


Lavoro a parte, i progetti per i prossimi giorni ruotano tutti attorno alla questione-casa. Comprensibilmente. Una volta espletata questa "formalità", potrò concentrarmi a capire che diavolo sta succedendo back in Italì. Non ho avuto tempo per approfondire, ma mi pare che l'interpretazione di Spinoza sia quantomeno plausibile - "La situazione del pubblico impiego è talmente drammatica che persino gli infiltrati della Digos hanno protestato veramente"

mercoledì 31 agosto 2011

Come Colombo

Diciamo che due sono le differenze con il mio illustre predecessore "scopritore" delle americhe:
1. lui si era saggiamente fermato ai caraibi, mentre io sono un po' più a nord;
2. io gli indiani li ho effettivamente trovati (nella forma di due tecnici della Delta che hanno manualmente aperto la porta del Boeing dall'esterno, dopo che lo steward aveva provato per mezzora -anche a calci, letteralmente- senza successo dall'interno.

Per il resto mi sento di nuovo piccolo avventuriero, verso un mondo nuovo ma un poco meno sconosciuto, alla ricerca del mito - che nella disgrazia di oggi può benissimo essere anche solo un lavoro (prego aggiungere risata stile sit-com), ed inseguito dalla solita coltre di calamità burocratiche et naturali.

A proposito: Irene è passata. Ha fatto qualche danno ma è passata. Il tassista che mi ha accompagnato dall'aeroporto alla casa dei miei gentili ospitanti, mi spiegava di come in realtà l'uragano gli avesse permesso di concedersi due giorni di ferie per la prima volta in tre anni. La conclusione cui era giunto era così: + uragani = - mal di schiena. Tralasciando sulla logica delle capacità matematiche mie e del tassista, direi che tutto sommato troppi danni da queste parti non ce ne sono stati, quindi tutto ok.
Anche il terremoto non ha fatto altro che concedere un pomeriggio di festa ai miei colleghi, quindi nessuna preoccupazione sulla mia sicurezza: a parte la botta di colesterolo dell'hamburger di Wendy's che ho trangugiato all'aeroporto, tutto ok.



Oggi ho passato il giorno a pisolare. Il jet-lag fornisce convincenti incentivi alla mia pigritudine e così sia. Anche perchè oggi è ufficialmente il mio ultimo giorno di vacanza: domani alle 7e30 in ufficio.
A fare cosa, ecco, ancora non lo so. Ma sicuramente una cosa segreta e importantissima. Tipo riuscire ad ordinare le cialde per il caffè. O invadere la Kamchatka. Sicuramente dovrò rifare tutti i miei cartellini superfighi, quelli che aprono porte e irrigidiscono i marines.

Insomma: nuovo giro, nuova corsa. Wish me good luck.

martedì 25 gennaio 2011

Dreamin' Virginia

Miei prodi,
eccomi finalmente ritornato (quasi) a pieno titolo alla vita telematica!
Questo significa che al momento non ho ancora una connessione costante - dovendola scroccare più o meno consensualmente al tizio che abito di sotto - e che visto la penuria di fondi a disposizione non è sicuro che mai ce l'avrò. Ad ogni modo, finché la fortuna mi assiste, cercherò di mandare quante più news possibili dal magico mondo della Virginia, patria non soltanto (forse) del Golden Virginia, ma nientepopodimeno che del Generale Lee in persona (quello vero, non la Dodge di Hazzard). Insomma, la Forlì d'America.

Iniziamo dalle note dolenti: questo ero io un anno fa di ritorno dal Giappone.
(notare lo sguardo e la sciarpa multicolore da poco-di-buono);


ecco invece come mi sto camuffando adesso per non far capire di essere un pericoloso rivoluzionario.
(notare come la sciarpa sia in questo caso molto più simile ad una cravatta. chiaramente non lo è, ma loro non lo sanno).

Voi mi direte che ho esagerato... e si insomma, c'avete anche le vostre ragioni, ma dopo essere stato fermato all'aeroporto anni fa con l'accusa di poter dirottare un aereo grazie alla potenza del mio braccialetto borchiato (rip - credo giaccia ancora tra gli oggetti unclaimed di stansted..), mi sono detto che dovevo prendere la mie precauzioni.
Eccomi dunque in versione "persona seria che un po' se la tira". Seguiranno spero anche le versioni cowboy e Batman, ma per il momento, visto il pochissimo tempo a mia disposizione, debbo accontentarmi.

Parlando di tempo, ecco. Insomma, gli ultimi mesi sono stati decisamente frenetici. Corsa corsa corsa. Chi era a Forlì mi ricorderà per gli scleri da laureando, seguiti dagli scleri con la burocrazia, seguiti dagli scleri con l'ups. Chi era a VE mi ricorderà poco, perchè son riuscito a rimanere solo per pochissimo tempo (sig). Chi era a Figline spero mi ricordi ancora. Comunque, sono stati - e continuano ad essere beninteso - giorni parecchio impegnati.

Dunque, ecco come sono andate le cose. Babbo Natale quest'anno è arrivato il 24 dicembre, travestito da postino dell'ups, che contro tutti i pronostici formulati non più tardi di una settimana prima durante un pranzo domenicale a Mestre, mi ha consegnato il tanto atteso VISTO! Che in inglese si dice Visa, forse perché alla fine della fiera mi è costato un occhio della testa... comunque, forte della mia finalmente acquisita regolarità burocratica, ho comprato il biglietto il 28 (prima no, perchè chiaramente impazzavano tempeste di neve) ed il 30 Dicembre son partito alla conquista del nuovo mondo.
Tralasciando gli scazzi (immancabili) con la dogana USA (btw, customer service una minchia: accoglienza calorosa stile Ellis Island) e con la germanica flessibilità della Luftansa, il viaggio visto il periodo è filato via piuttosto liscio. All'arrivo a DC mi è venuta a prendere Julia (yuppi!), che mi ha salvato dalle grinfie dell'inesistente sistema di trasporti pubblici statunitense, scarrozzandomi in giro i primi giorni.
Capodanno bello e tutto sommato tranquillo (ahimè, m'hanno fregato il cappello in un bar, maledetti) nella capitale, al quale però è seguito il tentativo più disastroso di raggiungere la Virginia mai organizzato dall'uomo.
Fossi partito con una caravella avrei avuto maggiori speranze di raggiungere la destinazione... Già di per sè, l'idea di fare un viaggio in macchina di quattro ore il 1 di Gennaio non è esattamente una genialata. Se poi il viaggio, causa hangover, viene iniziato a digiuno, col buio alle cinque di pomeriggio, senza navigatore, e con violenti postumi della sera precedente in piena "eruzione", la stupidità del piano sembrerebbe evidente... Beh, a noi non è sembrato così per quasi due ore. Solo verso le sette, mentre il passeggero sui sedili dietro reinterpratava involontariamente una famosa scena de "Le Iene", quando ci siamo resi conto di aver sbagliato strada ed essere ritornati a DC, abbiamo finalmente affrontato la dura realtà.

Sono quindi ripartito alla volta di Norfolk il giorno successivo con il bus della Greyhound, che in sole sei ore e mezza mi ha portato a destinazione. Tempo questo, che mi è servito per conversare con un'amabile vecchina, la quale ha "gentilmente"sfruttato tutto il tempo del tragitto per raccontarmi di quando viveva a Norfolk durante la Guerra di Korea col marito di stanza nella Base Navale (tralascio i lusinghieri giudizi sugli asiatici in generale espressi da questa amabile 80enne). Il che mi ha permesso di imparare tutto - ma proprio tutto. anche perchè... - sulla vita in Virginia negli anni 50: dove andare a mangiare la migliore torta, bere il miglior caffè, e credo (ma questo potrei essermelo inventato) comprare le migliori sputacchiere. Ca va sans dire, che nessuno dei posti consigliatomi esisteva già più l'anno della mia nascita; ma questo poco importa direi.

Ad ogni modo, l'impatto con questa ridente cittadina è stato diverso dalle attese. O meglio: per rendere l'idea direi che mi sento come Dorothy nel Paese di Oz. Sono davvero affascinato da quello che mi circonda (anche nella bruttezza estetica della sua forma architettonica), pur non capendo molto di come funzionino le cose intorno a me (e con la sensazione che la strega dell'est mi attenda nascosta da qualche parte). Sembrerà strano, ma ho sentito più il c.d. "shock culturale" arrivando qua che non in Giappone. Gli Stati Uniti sono decisamente un posto al quale devo ancora prendere bene le misure, ma tutto sommato non mi dispiacciono affatto le cose qua.
La questione è chiaramente da approfondire, e giudizi verranno tratti in seguito, però come inizio direi che va molto bene! (ecco, chiaramente non stiamo parlando di nyc...però se si mantengono basse le aspettative. D'altronde via, dopo tre anni a Forlì!)

Comunque, nonostante sia naturalmente/notoriamente incapace in questo, sono riuscito riuscito a trovare casa! Ecco, come nelle migliori tradizioni, non ho mancato di sfruttare neanche qua la generosa ospitalità di qualche anima pia. Diciamo che grazie alla pena suscitata dalla miseria di mensilità che prendo, ho finito con l'essere adottato praticamente dalla comunità italiana qui alla base. I quali mi hanno scarrozzato, ospitato, sopportato, consigliato etc etc... il che mi ha permesso di sopravvivere alle prime settimane senza neanche dover andare in albergo, che avrei probabilmente dovuto pagare mettendo all'asta alcuni organi, visti la penuria finanziaria di cui sopra.
Casa dicevamo: alla fine - come sempre e dappertutto nel mondo - son riuscito a trovarla grazie ad amici di amici di amici (per n-volte), ma la ricerca mi ha permesso per la prima volta di entrare nel magico mondo di craigslist! Ovvero una fantastica maniera per entrare in contatto con le persone più buffe incontrate da quando non vado più alle feste degli elfi. Innumerevoli potrebbero essere gli esempi di improbabili landlords, credo la mia personalissima top-3 sia sufficientemente esplicativa:
alla posizione numero 3:"..va bene. Poi ecco, non è che ti spiace se ogni tanto ti chiedo di dare da mangiare ai miei tre serpenti che girano liberamente per casa, vero?"
al numero 2:  "si si, la stanza è libera. Io non ti faccio neanche pagare l'affitto. In cambio però tu devi tatuarmi" (vana a questo proposito risultava essere l'ammissione di non sapere manco disegnare..)
ed indiscussi vincitori sono la giovane coppia che avvisa: "si, puoi venire a vedere la stanza, ma decideremo se dartela o meno in base alla recensione che dovrai farci di questo video per soli adulti di cui ti stiamo mandando il link. Perchè vedi, stiamo cercando 'a special kind of roomie...'".
Bellissime esperienze.

Ecco no, purtroppo le persone con le quali vivo adesso sembrano essere normali, quindi a questo giro - nonostante le premesse - niente "Analoghi" e meraviglie varie.

Tornando alle noti dolenti con le quali aprivo il post.. il lavoro!
Ok, a parte il supplizio di dover vivere in giacca e cravatta a maggior parte del mio tempo da sveglio (e un paio di volte anche i pisolini), debbo ammettere che il lavoro mi piace. Chiaramente non ne parlerò molto perchè è segretissimo e ne va dei destini di questo mondo e di Matrix, però sappiate che non mi manca molto a conquistare Europa, Oceania ed un terzo a mia scelta. Già il fatto di essere chiamato "sir" dai marines, ed avere dei tesserini a tracolla con i quali aprire porte (ma per andare dove? mah..) mi spingerebbe a tirarmela tantissimo. Poi ripenso al mio compenso ed alla durata del contratto e ripiombo nella dura realtà :)
Però a parte le minchiate confermo: il lavoro è bello. Tranne quando arrivo al lavoro alle 8 del mattino e rimango bloccato al'esterno dall'inno (l'alzabandiera impone di fermarsi - la temperatura poco primaverile conferisce poi un'austera rigidità).

Ecco, questo è diciamo il (mica tanto) breve riassunto delle puntate precedenti. Con una promessa da filibustiere proverò a tenerlo quanto più aggiornato possibile.. voi cari, continuate a farvi vivi, che mi mancate! :)
btw, sto lavorando alla macchina, per quei matti che davvero volessero seguirmi nel tentativo di godersi il Mardi Gras a New Orleans, confermo la mia volontà di andarci. Per tutti gli altri: ho un divanone grande grande in soggiorno, siete i benvenuti se vi salta di attraversare l'oceano.
Per il momento un abrazo a todos,
ciaociao
 f.